Troverete in: lamponi e cavolo rosso, bacche nere, buccia di uva scura, tè all’ibisco, riso nero, fragole e ravanelli, mirtilli rossi e melograno.
Ruolo: un grande gruppo di composti fenolici (flavonoidi e antiossidanti dell’acido fenolico) con un effetto protettivo sulle cellule, in particolare sulle pareti dei vasi sanguigni; aumentano le riserve di glutatione, l’antiossidante interno dell’organismo; aumentano l’effetto di altri antiossidanti. Usato nel trattamento delle malattie cardiovascolari, digestive, respiratorie, delle vie urinarie; antitumorali, ma anche antibatteriche, antimicotiche, antimuffa, antivirali; i lignani hanno anche un effetto sul naturale equilibrio ormonale, soprattutto nelle donne.
Uso di polifenoli
Applicazione: disturbi che si manifestano sotto forma di rottura dei vasi sanguigni, aumento della sensibilità a lividi, epistassi, gonfiore eccessivo della pelle in caso di danni, emorroidi; sostegno dell’immunità e della circolazione, soprattutto nei capillari (ad es. occhi, microcircolazione venosa); prevenzione delle malattie della civiltà.
Polifenoli – sintomi di carenza e sovradosaggio
Sintomi di carenza: dieta povera di prodotti vegetali; consumo di verdura e frutta principalmente in forma trasformata.
Effetti dell’eccesso: non è stato trovato alcun eccesso anche a dosi molto elevate; tuttavia, l’integrazione con essi può intensificare i processi ossidativi e avere effetti pro-infiammatori. Alcuni composti fenolici, come i tannini del tè nero o della frutta acerba, riducono l’assorbimento dei minerali, per cui si sconsiglia di consumare quantità eccessive di questi prodotti, soprattutto il tè dopo i pasti. I flavonoidi della frutta, soprattutto quelli contenuti nei pompelmi, interagiscono con molti farmaci, compresi quelli assunti per le malattie cardiache e gli antistaminici, quindi devono essere consumati separatamente.
Fonti di polifenoli negli alimenti
Fonti: prodotti vegetali; i flavonoidi includono:
- antociani: cianidina nei lamponi e nel cavolo rosso; delfinidina e petuniaidina nelle bacche nere; malidina nelle bucce scure dell’uva, tè all’ibisco, riso nero; geranio nelle fragole e nei ravanelli; peonidina nei mirtilli rossi;
- protoantocianidina (OPC) in mirtillo rosso americano, vino rosso, corteccia di pino mediterraneo, tè verde, estratto di semi d’uva o ginkgo biloba;
- flavoni: apigenina in prezzemolo o sedano; esperetina in limoni e arance;
- isoflavoni: daidzeina e genisteina nella soia;
- flavonoli: quercetina nelle cipolle e nelle mele; rutina nei capperi, nelle gole di grano saraceno e negli asparagi; campferolo nel tè, molte verdure e frutta; miricotina nei broccoli;
- flavanoli: catechina ed epicatechina in tè verde, cacao, bucce di frutta, compresa l’uva e le bacche nere;
- flavanoni: naringenina in agrumi; taxifolina in bacche di acai;
- resveratrolo in uva, vino rosso e melograno;
- lignani in semi di lino e sesamo;
- Gli acidi fenolici comprendono: acido gallico, acido ellagico, acido salicilico presente nelle bacche o nelle noci; acido clorogenico nel caffè, carciofi, ortica.
Il livello di flavonoidi diminuisce quando il cibo viene surriscaldato e bollito in acqua.